Oggi, 25 novembre, è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e anche noi di Tallone Orafi ci uniamo al coro di protesta per dire basta alla violenza di genere. 

Secondo l’OMS, nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza. 

Purtroppo, è ancora alto il numero di donne che non denunciano le violenze subite per paura di non essere credute. 

Noi di Tallone Orafi abbiamo deciso di sostenere il centro antiviolenza savilgianese MAI+SOLE per ricordare e tutte le vittime che USCIRE DAL SILENZIO SI PUÒ!

Tallone Orafi sostiene MAI+SOLE nella lotta alla violenza contro le donne 

Noi della gioielleria "TALLONE ORAFI" abbiamo voluto sostenere l'associazione di MAI+SOLE nel contribuire a dar voce alle donne e ai bambini che vogliono e devono uscire dal silenzio.

L'idea è racchiusa in un gioiello in argento che riporta il messaggio iconico "Uscire dal silenzio si può" ed è venduto nel nostro negozio o presso l'associazione. 

Il progetto viene presentato il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con l'intento di sensibilizzare la comunità nei confronti di chi soffre per abusi e violenze, non solo fisiche, ma anche economiche e psicologiche, violenze subdole che si insinuano nella testa delle vittime, portandole addirittura a sentirsi responsabili. 

Questa collana è un’ottima idea regalo per chi, in prossimità del Natale, è alla ricerca di un dono utile che abbia anche uno scopo beneficio. 

MAI+SOLE: il centro antiviolenza di Savigliano

Nel territorio della Provincia di Cuneo, l’associazione MAI+SOLE è uno dei centro antiviolenza che maggiormente si distingue per il suo impegno attivo. 

Questa associazione nasce a Savigliano da un gruppo  di amiche che decidono di prendersi a cuore le donne dimesse dall'ospedale dopo aver subito violenze. 

Viene così creata una casa di accoglienza che ospita le vittime ed un gruppo di avvocati e psicologi che le seguono  per affrontare nel migliore dei modi la loro situazione.

Dal 2010 l'Associazione è riconosciuta dalla rete Antiviolenza Nazionale "1522" ed è convenzionata con le ASL del territorio

Storia della Giornata contro la violenza contro le donne 

 

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1999. Da allora, i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG sono invitati ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. 

La scelta della data non fu casuale. Le Nazioni Unite, infatti, vollero omaggiare le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Domenicana, che furono uccise il 25 novembre 1960 per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Quel giorno, mentre le tre sorelle si recavano in carcere per per visita ai loro mariti, vennero bloccate da agenti del Servizio di informazione militare e vennero condotte in un luogo nascosto, dove vennero stuprate, massacrate ed uccise. 

Questo tragico evento sconvolse il mondo femminista, che in occasione del primo incontro nell’America del Sud, decise di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal. 

Violenza contro le donne: la situazione oggi 

Sono passati tanti anni da allora e il tema della violenza di genere continua ad essere molto dibattuto. Secondo l’ONU, la violenza sulle donne è ancora la prima causa di morte tra le donne in età riproduttiva. In Italia, sette milioni di donne hanno subito nel corso della loro vita maltrattamenti o violenze domestiche. Ma non si parla solo di violenza fisica, ma anche psicologica ed economica, stalking o atti persecutori. 

La gravità della situazione è accentuata dal victim blaming, ossia dalla implicita colpevolizzazione della donna che subisce violenza, fenomeno che porta alcune donne a non voler denunciare l’atto persecutorio subito. Per questa ragione sono nati i centri antiviolenza, luoghi in cui vengono accolte le donne che hanno subito violenza e che, grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case rifugio, sostengono le donne nel loro percorso di uscita dalla violenza. Questi centri offrono attività di consulenza psicologica, legale e gruppi di sostegno, mentre le case di rifugio, spesso ad indirizzo segreto, ospitano le donne e i loro figli per un periodo di emergenza.